La più grande e famosa celebrazione del Barocco leccese si ha sicuramente nella Basilica di Santa Croce dove l’arte raggiunge il culmine della sua espressione estetica.
I lavori, iniziati nel 1548, furono conclusi nella prima metà del secolo successivo, per il contributo di vari artisti quali Gabriele Riccardi, Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo.
Originalissima la facciata che, cinquecentesca nel piano inferiore, è armoniosamente fusa con lo stile secentesco della parte superiore. Il portale maggiore costruito nel 1606 da Francesco Antonio Zimbalo, presenta due coppie di colonne corinzie ed è sormontato dagli stemmi di Filippo II di Spagna, di Maria D’Enghien e di Gualtiero VI di Brienne duca di Atene, mentre sulle due porte laterali sono presenti gli stemmi dell’ordine dei Celestini e di Santa Croce. Subito dopo la trabeazione corre una serie di cariatidi zoomorfe e simboliche su cui si imposta la balaustra ornata da tredici putti abbracciati ai simboli del potere temporale e spirituale.
Il rosone centrale presenta una profonda ghiera riccamente decorata, mentre le due colonne corinzie poste ai lati lo pongono in maggiore evidenza e separano il quadro centrale delle sue zone laterali dove vi sono le nicchie con le solenni statue di Benedetto e San Pier Celestino.
L’interno è a tre navate, con la centrale archeggiata su sedici colonne marmoree che vanno fino al centro del transetto dove si trova l’alta cupola decorata con festoni di foglie d’acanto, angioletti e motivi floreali. Notevole lo sviluppo della navata centrale con soffitto a cassettoni dorati. Nel transetto destro l’altare della Croce, opera di Cesare Penna (1639), incastonato nella parte per il tramite di due deliziose colonne corinzie, accompagnate ai lati dalle statue di San Luca Evangelista e Sant’Andrea Apostolo.