Da sempre il richiamo antico del nome Lupiae porta sulla strada per Lecce. In realtà Giovanni Cisternino, operatore culturale, dopo una attenta ricerca storica (documentata nel 2000 con il libro «De Bello Lupiensi» editore LiberArs editrice e soprattutto nel 2015 con “San Foca, Torre dell’Orso e dintorni – storia, religiosità, filosofia” – il Salentino Editore), fa presente che Lupiae è Lecce solo dopo l’anno Mille con l’arrivo dei Normanni.
Prima di questa data, infatti, la denominazione Lupiae apparteneva a Roca (storico avamposto del versante adriatico-salentino).
Questa introduzione vuol così portare ad una riflessione in materia di studio del nostro territorio. Uno scrigno la cui narrazione storica degli stessi Comuni, ben 96, è solo in parte a conoscenza degli stessi abitanti e che pertanto meriterebbe di essere acquisita da tutti e valorizzata. Una identità che in questi ultimi trent’anni è stata spesso legata solo al suo brand geografico: il Salento.
Nella ricerca storica «De Bello Lupiensi» si scopre così che la grotta della Poesia, una delle piscine naturali più belle al mondo, ha in sè una storia tragica: l’invasione turca del 1480.
[…] La riuscita dell’impresa Turca, come in tutti gli sbarchi, è affidata alla segretezza ed alla rapidità. Alcuni storici affermano che Roca, essendo ben munita, non poteva essere presa militarmente almeno che qualche traditore roccano, abitante nella città e assoldato dal turco, non avesse indicato il punto dello sbarco meno esposto e meno vigilato dalle sentinelle.
Tale punto, secondo la tradizione, sarebbe stato vicino ad un’apertura sottomarina che sfociava nella grotta della «poesia». Il lemme Poesia, infatti altro non è che la contrattura della parola greca prodosian che significa tradimento; altri, al contrario, affermano che significa il bere l’acqua potabile sotterranea che sgorgava nella grotta stessa quando il mare non vi penetrava […]
Sulla guerra turco-salentino-napoletana e con l’Italia divisa in vari staterelli (seconda metà del XV secolo) nel corso del Tempo gli spunti in scrittura non sono certo mancati: “L’ora di tutti” di Maria Corti, “Otranto” di Roberto Cotroneo, “Allegoria” di Walter Cerfeda ed altri ancora. Tuttavia in un’epoca sempre più visiva forse sarebbe il caso di pensare ad un film importante, magari europeo, per far capire il passato e far presente l’oggi lì dove per noi la «Poesia» è un angolo di paradiso e non di battaglia.
Pino Montinaro
Nella foto d’autore, a firma del fotografo romano Renato Arena, Roca.